Nel corso della sua intensa storia, la “Swing Era” (1933-1947) ha annoverato una nutrita serie di interpreti vocali, che finirono con lo stabilire una vera e propria koiné tecnico-espressiva, cui tutti i successivi interpreti si sono via via ispirati, in una sorta di staffetta musicale.
La tecnica vocale, in alcuni casi sopraffina, non serve a ricercare la perfezione formale (come nel canto classico), ma risulta funzionale alla ricerca del sound, ovvero del timbro, quel personale colore che distingue una voce da un’altra rendendola assolutamente inconfondibile, dotata di un carattere personalissimo e “confidenziale”.
Esiste un’unica e breve parola da affiancare al canto sul ritmo con cui vengono interpretati i brani, svincolati dal proprio genere di origine, grazie al gioco sapiente di anticipi, ritardi e spostamenti di accento: Swing.
Il progetto Sing in Swing presentato dall’orchestra OsmannGold nasce dal tentativo di arricchire il proprio repertorio espressivo tramite la collaborazione con un’interprete femminile, per cui il canto assume la funzione di strumento musicale aggiunto, piuttosto che quella di una voce da accompagnare.
In cerca di te, Summertime, Eri piccola così e Over the Rainbow sono alcuni dei brani che proponiamo di un repertorio impreziosito dalla partecipazione di una cantante per creare un dialogo artistico tra voce e strumenti.