Un percorso in bianco e nero, in cui si alternano e si confrontano brani swing di compositori neri delle big band americane insieme a compositori bianchi che in ogni tempo e luogo hanno segnato la storia della musica.
Una narrazione capace di aprire scenari inaspettati in cui possono convivere varietà melodiche che vanno da Bach a Paolo Conte, passando attraverso Duke Ellington e Benny Goodman, grandi protagonisti dei ruggenti anni Venti e Trenta. In quegli anni, da una costola del jazz, nacquero lo swing e le grandi formazioni orchestrali, le cosiddette big band, formate da venti e a volte trenta elementi, che animarono le sale da ballo durante il periodo buio del proibizionismo americano.
Proprio Ellington fu un grande protagonista di quel periodo.
Una delle caratteristiche peculiari dell’orchestra di Ellington è che era un’orchestra formata da tutti solisti senza musicisti “di fila”. Ogni strumentista aveva ottime capacità solistiche e una spiccata personalità, e la grandezza di Ellington si misurava nella sua capacità di valorizzare ognuno di loro. Ellington riusciva brillantemente ad amalgamarne i suoni individuali in un insieme che, proprio per questo motivo, risultava a sua volta molto personale e ben riconoscibile.
Per OsmannGold e per i suoi arrangiatori questa caratteristica è stata una fonte di ispirazione imprescindibile. Infatti tutta la sezione fiati di OsmannGold si distingue per usare strumenti diversi, il che significa suoni e timbri diversi. Oltre alla classica sezione ritmica i fiati contano ben tre tipi differenti di trombe, un trombone e due ance dal timbro diversissimo, come il clarinetto e il sassofono.
Sono proprio queste differenze timbriche, sapientemente usate dagli arrangiatori, che cercano di creare un suono particolare e unico, proprio come Duke Ellington aveva insegnato.
Il concerto prevede una parte “Black” che vede protagonisti i grandi compositori neri del genere swing a cui farà da contraltare un repertorio “White” con brani della tradizione europea e italiana.
Ad accompagnare il concerto ci saranno testi introduttivi dei vari brani in repertorio, per realizzare una narrazione a tutto tondo in cui la musica e le parole, con i loro diversi linguaggi, ricostruiscono un’ideale poetica musicale.
Il progetto intende ricostruire i contesti sociali del passato attraverso le sonorità e le fonti letterarie, offrendo così una prospettiva bidimensionale: la musica e le parole diventano strumenti di memoria collettiva e di costruzione identitaria assumendo un valore simbolico nel presente. Un repertorio in due tappe utile a comprendere le circostanze che in diversi luoghi e in diversi momenti hanno attraversato la storia e hanno creato nuovi simboli sociali.